Tour 23, 5 luglio: arrivano i Pirenei

di Roberta Sucato

Località diventate famose grazie al ciclismo incastonate come gioielli in quello splendido anello che va dal Mediterraneo all’Atlantico e che sono i Pirenei: e questo lo scenario della quinta tappa del Tour de France, la Pau – Laruns di 162.7 km ( dislivello complessivo è di circa 3000 metri) che si preannuncia “calda”. Domani infatti c’è il terreno adatto per poter sferrare attacchi importanti tali da modellare la classifica generale e magari tagliare fuori qualche pesce “grosso”. Ma c’è anche spazio nell’erta dell’ultima salita per un duello rusticano tra Uae  e Jumbo Visma. Quanto sia probabile è impossibile dirlo ma nei sogni degli appassionati si sa, c’è tanto spazio. Prima riflessione: è questa la prima tappa di montagna con tanta energia ancora da spendere e dunque si potrebbe osare. Ma proprio per il fatto che questa sia la prima di tante altre scalate potrebbe frenare sul nascere ogni velleità. Ma con questa nuova generazione di ciclisti con pochi freni inibitori (sportivamente parlando) c’è poco da riflettere. La strada ci dirà quale delle due versioni era quella realistica. Nei primi 65km non ci sono salite ma solo un lieve saliscendi che preannunciano l’arrivo di terreni più impervi soprattutto per i velocisti. Dal 60mo chilometro infatti una leggera ma costante salitella preannuncia il primo Gpm sul Col de Soudet (15.2 km al 7.2%) con gli ultimi 10.5 km con pendenza media dell’ 8.3%. Pendenze dure ma che saranno lontane dal traguardo; qui però ci potrebbe essere in atto una fuga di un gruppetto di avventurieri. C’è spazio comunque per cominciare a studiare gli scenari e capire come potra evolvere la corsa dei big. La discesa molto tecnica va percorsa  con molta attenzione che una volta finita lascia il posto ad una quarantina di chilometri di pianura, intervallata dal Col d’Ichère ( 4.4 km al 6.4%), che conducono ai piedi della Marie Blanque. Già il Col de Marie Blanque (7.7 km all’8.6%), potrebbe fare selezione soprattutto nei 4 km che portano alla vette a cui i ciclisti devono pagare un pesante tributo di energia (pendenza media dell’11.5%) senza nessun tratto pianeggiante. La discesa finisce ai quando mancano 7km all’arrivo tutti pedalabili ma con un leggero falsopiano che tende a salire fino al traguardo.