Tour’23: 20ª tappa da leggenda. Vince Pogacar, commuove Pinot, Ciccone vince la “Pois”

di Valentino Sucato

 

L’aveva promesso e lo ha mantenuto: Pogacar ha vinto la tappa Belfort- Le Markstein Fellering chiudendo di fatto la 110ª edizione del Tour de France. Ma anche in questa tappa c’è stato un’altra parte della saga Vingegaard -Pogacar che è andata in onda sulle strade del Tour dalla prima tappa. Oggi altro duello rusticano nell’ultima tappa di montagna con lo sloveno che ha superato il danese ottenendo la sua undicesima vittoria di tappa, la seconda nell’edizione di quest’anno. E quasi dimentichiamo Felix Gall che stritolato dall’importanza della lotta tra il danese e lo sloveno merita elogi che in parte gli fino stati negati. Anche perché Gall è un ciclista emergente e ottimo scalatore. Eppoi non bisogna dimenticare la corsa nella corsa di Thibaut Pinot che ha corso in testa per molti chilometri sapendo di avere poche possibilità di vincere ma non si persa l’occasione di potere salutare i suoi tifosi in perfetta solitudine, una specie di passerella di addio, prima di tagliare il traguardo in settima posizione. Eppoi per noi italiani in un Tour avaro di emozioni, la maglia a pois di Ciccone. Va bene così.

La corsa. Come di consueto, Victor Campenaerts (Lotto-Dstny) è stato il primo attaccante, accompagnato questa volta dal compagno di squadra Jasper De Buyst. Al Ballon d’Alsace, Giulio Ciccone passa per primo, dimostrando sin da subito come fosse l’unico corridore interessato a lottare per la maglia a pois tra i quattro che erano ancora matematicamente in condizione di vincerla. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 4° nella generale, cade al km 33. Si forma un gruppo di 6 uomini a 80 km dalla fine: Ciccone e Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), Krists Neilands (Israel-Premier Tech), Warren Barguil (Arkea-Samsic), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers) e Maxime Van Gils (Lotto-Dstny). C’è un contrattacco con Thibaut Pinot, Valentin Madouas, Stefan Küng (Groupama-FDJ), Rigoberto Uran (EF Education-EasyPost), Chris Harper (Jayco-AlUla), Ion Izagirre (Cofidis) e Kevin Vermaerke (DSM-Firmenich). Ciccone vince matematicamente la maglia a pois sul Col de la Schlucht ai -54 km.

L’UAE Team Emirates non ci sta è indegue i fuggitivi per portare Pogacar alla vittoria. Al Petit Ballon, Madouas, Pinot, Ciccone, Pidcock e Barguil hanno un vantaggio massimo di 1’30” sul gruppo maglia gialla. A 5,5 km della vetta, Pinot attacca e va vi da solo scollinando da solo al Petit Ballon in lungo abbraccio e celebrato dai suoi fan per la sua ultima tappa in montagna al Tour de France. Nel gruppo maglia gialla ridotto a dieci corridori, Pogacar ha attaccato per la prima volta a 14 km dalla fine. Si forma un trio Pogacar-Vingegaard-Gall che supera Pinot, che a sua volta era stato già raggiunto da Barguil e Pidcock. Arrivano i gemelli Simon e Adam Yates che raggiungono il trio di testa a 5 km dalla fine. Pogacar va a vincere la tappa dopo aver ricevuto l’aiuto di Adam Yates mentre Simon Yates supera Rodriguez e ottiene il quarto posto assoluto.