Giornata storica per l’Italia, lo sport entra nella Costituzione

di Pietro Minardi

E’ una giornata storica per tutto il movimento italiano. Le “attività sportive” entrano di diritto nella Costituzione Italiana. Lo ha deciso il Parlamento che, con un voto unanime (312 favorevoli su altrettanti presenti) ha sancito l’inserimento di un nuovo comma all’interno dell’articolo 33. “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Un modo per focalizzare l’attenzione non tanto sullo sport agonistico quanto nella sua pratica più amatoriale, mirata al perfezionamento del gesto e al benessere psico-fisico della persona.

LA SVOLTA ITALIANA SULLO SPORT

Una vera svolta per quello che, una volta, era il mondo ISEF e che oggi trova rappresentanza nella facoltà di Scienze Motorie. Un’importante passo anche verso il riconoscimento dei valori dello sport già inseriti all’interno della Costituzione Europea. Dopo anni di lotta parlamentare, l’attività sportiva trova il suo spazio all’interno della carta costituzionale italiana. Prima, il termine sport veniva citato apertamente soltanto all’interno dell’articolo 117, ovvero quello relativo ai rapporti fra lo Stato e le Autonomie Locali, più precisamente nella parte dedicata alle materie di legislazione concorrente. L’Italia è così il decimo paese dell’Unione Europea ad inserire lo sport in Costituzione (lo hanno già fatto Portogallo, Grecia, Bulgaria, Croazia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna e Ungheria). Per qualcuno può rappresentare soltanto una mera presa di posizione formale, ma inserire invece le attività sportive nella fonte suprema del diritto italiano rappresenta il riconoscimento e l’importanza che lo sport riversa nella cittadinanza italiana, condizionando le scelte future su temi quali l’impiantistica, la promozione sportiva e, perchè no, l’insegnamento dell’educazione fisica, già a partire dalla scuola primaria.