Atp Finals, Sinner sfata il tabù Djokovic e regala ai tifosi una grande emozione

di Alessandro Teri

È così che si entra nell’empireo del tennis, battendo il migliore al mondo. Jannik Sinner ieri sera si è regalato, e ci ha regalato, la pagina più fulgida della sua carriera, seppur ancora con tanta strada davanti, e sempre in crescendo. Sconfiggere Novak Djokovic, dopo i 6 match persi finora negli scontri diretti, significava per lui ottenere la gratificazione massima, quasi al pari della conquista di un titolo importante. Ma ora che è riuscito nell’impresa c’è un nuovo traguardo da raggiungere nell’immediato, ovvero la qualificazione alle semifinali delle Nitto Atp Finals di Torino, dovendo ancora superare domani lo scoglio rappresentato dal danese Holger Rune nel girone verde. Accontentarsi adesso, sul più bello, non sarebbe degno del campione che Sinner punta ad essere, e che ieri ha dimostrato di poter diventare a pieno titolo. Come se ci fossero dei dubbi.

Un equilibrio quasi perfetto

“Questa vittoria è il top della mia carriera”, ha detto Sinner subito dopo la fine del match durato più di 3 ore, vissuto su un testa a testa senza pause, ma che soprattutto nell’ultimo parziale ha regalato i momenti migliori, quando la potenza dei colpi, forse per una legittima stanchezza, ha lasciato spazio alla tecnica più pura. Il computo dei set, 7-5 6-7 7-6, fotografa un equilibrio quasi perfetto tra i due, ed a fare la differenza è forse stata la determinazione che Sinner ha dimostrato nel volere sfatare quello che per lui era diventato un pesante tabù, soprattutto dopo la debacle di quest’estate in semifinale a Wimbledon di fronte ad un Djokovic che pareva senza rivali, Alcaraz permettendo.

Tutta l’Italia è con Sinner

Ma da luglio di strada Sinner ne ha fatta, vincendo tre titoli (Toronto, Pechino e Vienna). Adesso si candida, si può ben dirlo, al trionfo anche nelle tanto attese Atp Finals giocate in casa, con il pubblico italiano a sostenerlo facendogli sentire quell’entusiasmo riservato ai più grandi eroi sportivi.

(foto Facebook)