Coppa Davis, la storica vittoria del 76 trascinati da Panatta, le tensioni in Cile e in Italia

di Valentino Sucato

L’Italia vince la Coppa Davis, battendo 2-0 l’Australia. Malaga che ospitava la fase finale del Torneo pari alla Coppa del Mondo tra nazioni del tennis si è tinta di azzurro. E così gli azzurri scrivono il loro nome per la seconda volta dopo quella del 1976 a Santiago del Cile.

La storica vittoria del 76

La Coppa Davis del 1976 sarà sempre ricordata come la più grande vittoria azzurra del tennis in una edizione travagliata, difficile che fece surriscaldare tante diplomazie internazione in un momento in cui la guerra fredda dominava il mondo e non solo quello politico. Ma sport e politica spesso sono andati di pari passo qualche volta convergendo qualche altra volta divergendo. Nel 1976 l’Italia arrivò in finale dopo aver sconfitto la fortissima Australia (che l’anno successivo si sarebbe presa la rivincita proprio contro gli azzurri in finale) grazie soprattutto al suo giocatore più rappresentativo Adriano Panatta per il quale il 1976 era stato un anno magico vincendo gli internazionali di Roma e il Roland Garros il più importante torneo su terra battuta.

La situazione politica in Cile

In quel mese di dicembre faceva molto caldo sia da un punto di vista meteo (in Cile era estate) ma soprattutto da un punto di vista politico. Il Cile infatti era arrivato in finale grazie al ritiro dell’Unione Sovietica. Il Governo di Mosca aveva deciso di ritirarsi e non disputare la semifinale in segno di protesta per non legittimare il governo del generale Pinochet salito al potere con un colpo di stato tre anni prima. In italia ci fu un acceso dibattito al quale parteciparono le forze politiche ma anche buona parte della società civile sono soprattutto i movimenti e i partiti di sinistra che si schierano per il boicottaggio della finale. Nel 1970 Salvatore Allende leader marxista del partito socialista ottenne con il 36 per cento dei voti la maggioranza relativa e con l’appoggio della democrazia cristiana venne eletto capo del governo. Ma gli Stati Uniti sono preoccupati per l’amicizia di Allende con il leader cubano Fidel Castro. L’ 11 settembre 1973 il colpo di stato ad opera di Pinochet aprì un lungo periodo di sangue con una carneficina attuata scientificamente per eliminare gli oppositori. Tremila, quattro mila, forse cinque mila morti e circa 2000 persone scomparse. Questi fatti ebbero grande risonanza in tutto il mondo e in Italia furono in molti a manifestare il sostegno ai socialisti cileni e contro l’imperialismo statunitense.

Le tensioni in Italia

E così il dibattito sull’opportunità di giocare la finale di Coppa Davis in cile provoca nuove tensioni nelle stanze della politica e nell’opinione pubblica, le piazze si mobilitano al grido di “Panatta milionario Pinochet sanguinario“, il capitano non giocatore della squadra azzurra Nicola Pietrangeli è perfino minacciato di morte. Scendono in campo gli artisti alcuni favorevoli al boicottaggio altri decisamente contrari. Domenico Modugno si esibisce a conclusione della manifestazione popolare indetta a Roma dall’associazione Italia-Cile per protestare contro lo svolgimento dell’incontro in programma a santiago per il 27 dicembre. La federazione italiana tennis chiese il parere al Coni sulla partecipazione alla finale di Davis e il Coni chiese direttamente al governo presieduto da Giulio Andreotti. Ma neanche il premier se la sentì di decidere. Ma alla fine arrivò il colpo di scena: il segretario del partito comunista enrico berlinguer ricevette una lettera dai rappresentanti in clandestinità del partito comunista cileno con l’invito agli italiani a partecipare per non lasciare il trofeo a Pinochet. La situazione si sblocca il Governo si rimette alla Federazione che in un clima di forte tensione decide di partire per affrontare i cileni sul campo da tennis di Santiago. A pochi metri dal campo di calcio dove furono massacrati qualche anno prima centinaia di oppositori di Pinochet.

La partita

Dunque si gioca: l’Italia scende in campo contro il Cile. Barazzuti e Panatta si aggiudicarono i primi due singolari. Barazzuti vinse contro Fillol 7-5, 4-6, 7-5, 6-1, Panatta contro Cornejo 6-1, 6-3, 6-3, Bastava un altro punto. C’è il doppio che può dare agli azzurri il punto decisivo. Durante il riscaldamento Adriano Panatta fa una proposta al suo compagno di doppio Paolo Bertolucci: indossare le magliette rosse. Le donne cilene mostravano infatti nei loro cortei nelle piazze i loro fazzoletti rossi in segno di protesta. Il doppio Bertolucci-Panatta contro la coppia Cornejo-Fillol iniziò male per gli azzurri con un 3-6 per i padroni di casa. Ma i rossi (perdon, azzurri) si ripresero subito con un 6-2, un immenso 9-7 e un 6-3. Fu l’apoteosi. L’Italia del tennis si scoprì grande. Si giocarono le altre due inutili gare con la vittoria finale per 4-1. L’Italia in tutto ha giocato 8 finali vincendone due (1976 e 2023), perdendone ben 6. Nel 1960, Australia – Italia 4-1, l’anno dopo Australia- Italia 5-0, 1977 Australia-Italia 3-1, 1979 Usa-Italia 5-0, 1980 Cecoslovacchia – Italia 4-1, 1998 Svezia-Italia 4-1