La resilienza di Marco Saccullo rinato dopo un lungo calvario “Segno nel ricordo di papà”

di Nunzio Currenti

Il calcio regala emozioni. Le sforna in quantità industriale, a tutte le latitudini. Quanti racconti dietro quel pallone. Quanti sacrifici dietro ogni allenamento. Quante dediche da fare dopo ogni gol. A Santa Domenica Vittoria, nel campionato di Promozione siciliana, il calcio dilettantistico ritrova definitivamente Marco Saccullo. L’attaccante di Bronte, dopo due dolorosi anni e altrettante operazioni al ginocchio, è tornato competitivo. Quattordici gol (12 in campionato e 2 in Coppa) tutte dedicate al papà scomparso.

Un calvario infinito, quello di Marco. Due anni terribili senza calcio. La voglia di non mollare, ma al tempo di dover continuare la vita di tutti i giorni in famiglia. La ripartenza? Dal campionato di Promozione, a due passi da casa, per non smettere ancora di sognare. Nonostante tutto. Nonostante la scomparsa di papà, il primo tifoso.  Marco Saccullo è un ragazzo genuino. Uno di quei bravi ragazzi con il gol nel sangue che si emozionano dopo ogni gol. Che vivono il calcio, come dovrebbe essere vissuto. Con l’entusiasmo da esempio da trasmettere ai giovani.

“Avevo segnato tanti gol – ricorda l’attaccante brontese – tra Bronte e Carlentini, dove avevo trovato la possibilità finalmente di giocare in Eccellenza. Poi la sfortuna ha preso il sopravvento. Vado a giocare con la maglia del Taormina. Segno 6 gol in 4 partite. Poi qualcosa si spezza”.

Due operazioni e un lento ritorno alla normalità.

“Vado di testa mia a Roma alla Clinic Stuart per farmi visitare il ginocchio dal dottore Mariani. Il responso è stato davvero terribile con due operazioni e altrettanti anni di stop”.

Oggi si è rimesso in gioco a Santa Domenica Vittoria.

“In questi due anni è morto mio padre per un terribile male al pancreas. Ho ricevuto tante proposte per cambiare. Ma ad oggi le responsabilità sul lavoro si sono triplicate. Sono cambiate le priorità”.

Il calcio è più di un gioco ormai.

“Ogni volta che gioco e segno dedico il gol a lui. Era il mio primo tifoso. Mi sosteneva sempre anche se mi criticava quasi sempre per spronarmi a dare sempre il meglio”.

A che punto è la sua condizione.

“Non sono ancora al 100 per 100. Ma allenamento dopo allenamento sto crescendo. Non mi aspettavo di segnare così tanto. C’è tutto il girone di ritorno ancora per migliorare. Per riprendermi grazie allo sport la mia vita nel segno di papà”.

La storia dell’attaccante di Santa Domenica Vittoria