Nuoto, Alessandra Pace “A Livorno realtà e mentalità sportive differenti”

di Simone Milioti

La trapanese Alessandra Pace, classe 2002, è uno dei talenti del nuoto siciliano, non certo il primo atleta e probabilmente neanche l’ultimo, emigrata fuori dalla Sicilia per proseguire il proprio percorso sportivo. Cresciuta nell’Aquarius Trapani, da quando aveva due anni, si sposta da Esordiente A all’AquaGym Trapani e poi confluisce nel gruppo di Trapani della Mimmo Ferrito. Prima di lasciare la Sicilia il ritorno all’Aquarius con il suo storico allenatore Carmelo Casano.
È tramite quest’ultimo, quando Alessandra dopo il liceo decide di voler continuare su questa strada via dalla Sicilia, che nasce il collegamento con il tecnico federale Stefano Franceschi e Alessandra approda così a Livorno dove sta costruendo la sua vita.
In Sicilia restano genitori, amici e parenti e infatti quando può torna spesso. È a Trapani proprio in questi giorni, dopo le fatiche del campionato italiano assoluto di Riccione giusto qualche giorno di pausa concesso. Nell’isola restano anche un paio di record suoi nei 200 rana Cadette e Seniores, sia in vasca corta che lunga, e nei 200 misti Seniores in vasca lunga.
Adesso a Livorno nuota con grandi campioni del nuoto italiano e proprio a dicembre scorso ha partecipato al collegiale della Nazionale organizzato a Johannesburg in Sud Africa, è stato esteso l’invito anche alla prima squadra della Livorno Aquatics. Alessandra, come anche altri, prosegue parallelamente la carriera universitaria, da poco si è laureata alla triennale e ha iniziato i corsi della magistrale.
Alessandra quando lascia la Sicilia quali sono le motivazioni?
“Io ho vissuto a Trapani tutto il periodo del Covid. C’erano già problemi con le piscine tra Provinciale e Comunale spesso chiuse, durante il Covid tutto si è amplificato. Gli impianti sono rimasti chiusi quando già a marzo dalle altre parti si riprendeva a nuotare, noi siam ripartiti in ritardo poi a settembre. Ho provato a cercare impianti dove allenarmi, so che ad esempio a Livorno non hanno mai smesso di nuotare. Finito il liceo qui non vedevo un futuro e volevo continuare su questa strada”.
Ha trovato differenze tra la realtà trapanese e quella livornese?
“Si, le strutture qui sono tutta un’altra storia. Ma in realtà è la mentalità sportiva e comunque la vita dello sportivo in particolare che sono vissute diversamente. Livorno è la città più sportiva d’Italia, anche più di Roma. In proporzione agli abitanti qui le persone fanno tutte sport o sono appassionate. Si trovano impianti per tuti gli sport e ci sono tantissimi campioni livornesi medagliati ai Mondiali o alle Olimpiadi. Anche per il nuoto, dopo che la Pellegrini ha smesso a Verona ed esclusi i fondisti a Roma, credo che Livorno sia diventato il centro del nuoto italiano. Qui c’abbiamo Ciampi, Razzetti, Franceschi, Fangio, Morini, Detti, Lamberti, anche il gruppo di Stefano Morini, da quando non allena più, è passato stabilmente con noi”.
Lei non nuota soltanto ma studia anche, come concilia le due carriere? Sportiva e accademica?
“Si esatto mi sono laureata alla triennale in scienze motorie da poco, ora sto seguendo la magistrale in Management dello Sport delle Attività Sportiva ma tramite un’universita telematica. Ci alleniamo tutti i giorni due o tre volte al giorno e seguire in presenza non è fattibile. Facciamo allenamenti che penso potrei fare tranquillamente i 400 rana, tra i 7 e gli 8 km sia al mattino che al pomeriggio. Da quando sono piccola sono sempre stata abituata a fare entrambe le cose e i miei genitori mi hanno sempre chiesto di mettere al primo posto studio e scuola. È impegnativo perché bisogna conciliare anche la vita da adolescente o ragazza di 20 anni tra amicizie famiglie e tutto quanto”.
Qualche consiglio a chi ancora è più piccolo di lei?
“Per esperienza personale anche i miei amici e compagni di squadra e sportivi in generale sono bravi a conciliare tutto, a volte meglio di chi fa una sola cosa, sarà credo la disciplina che ti trasmette lo sport o semplicemente lo stimolo arriva perché quello che facciamo è perché lo vogliamo. Non ci viene imposto, se vogliamo inseguire il sogno di nuotare sappiamo che dobbiamo riuscire a fare bene tutte le altre cose, è sicuramente complicato conciliare sport e studio, ma si possono fare bene entrambe le cose”.

A proposito di chi è più piccolo di lei sa che i suoi record sono sotto attacco?
“Si certo, Claudia Santonocito è veramente forte. I record sono fatti per essere battuti e sarei anche felice accadesse come è stato prima per me con i record che c’erano prima. Lei in questo momento è sicuramente la prima candidata a farlo”.
Riguardo a questo campionato italiano come valuta le sue prestazioni?
“Non sono andati bene, ai campionati italiani open di fine novembre avevo fatto meglio arrivando quinta in finale A nei 200 rana nuotando il mio migliore. Sono arrivata a questo campionato italiano non potendomi allenare bene nelle ultime due settimane per qualche acciacco. Ho perso qualche allenamento e delle gare di prova che non mi hanno fatto arrivare in forma come volevo”.
Sperando si riprenda al più presto a cosa punta adesso per la sua stagione?
“L’obiettivo più importante è il Sette Colli e cercherò di arrivarci più in forma di adesso. Quest’anno con Olimpiadi e altri eventi le big della rana saranno impegnate nella squadra olimpica e per manifestazioni come Europei e Universiadi credo che, e non parlo di me ma in generale, la federazione guarderà ai giovani e quindi ci saranno molti atleti che potranno cogliere l’occasione di andare in Nazionale”.