Cori e striscioni contro l’indipendenza del Kosovo, partita interrotta in Romania

di Pietro Minardi

Il Kosovo è Serbia“: così hanno esordito gli ultras della Romania, durante il match di ieri e valevole per la sesta giornata delle qualificazioni agli Europei di Germania 2024. Una sfida che la compagine romena ha giocato a Bucarest proprio contro la squadra balcanica, nella quale militano diversi volti noti al mondo del calcio italiano. Fra questi il difensore del Napoli Amir Rhahmani, il giocatore del Torino Mergim Vojvoda e l’ex portiere del Palermo Samir Ujkani.

LO STRISCIONE DELLA DISCORDIA

L’episodio della discordia è avvenuto in particolare intorno al quindicesimo del primo tempo. Accorgendosi della scritta apparsa in curva, i giocatori kosovari hanno deciso di lasciare il terreno di gioco, nonostante i tentativi, portati avanti dall’arbitro francese Delajod e dello speaker dello stadio di Bucarest, di far togliere la scritta dal settore destinato ai tifosi romeni. Il risultato è presto detto. La gara, si legge sul sito della UEFA, è stata interrotta “a causa di comportamenti discriminatori dei tifosi”. Lo striscione, sottolinea la Federazione kosovara in una nota pubblicata sui propri canali social, è stato ritenuto “odioso” e “razzista”. La partita è poi proseguita intorno alle 22, con le squadra che sono rientrate in campo dopo l’incidente diplomatico occorso con la tifoseria romena. Supporters che però, anche durante il resto dell’incontro, hanno continuato a sostenere la loro linea.

LA GARA RIPRENDE

Con riguardo al campo, la partita si è conclusa con il risultato di 2-0 in favore di Romania. Punteggio maturato al termine di una gara molto nervosa e in cui sono fioccati i cartellini gialli. Addirittura dieci quelli inflitti dall’arbirtro Delajod, insieme ad un espulsione rifilata al 41′ all’ex laziale Muriqi. Un risultato maturato grazie alle rete di Stanciu all’81’ e al gol in pieno recupero realizzato da Mihaila. Durante l’incontro, la Romania ha sprecato anche un rigore al 61′ battuto in malo modo da Stanciu. Grazie ai tre punti conseguiti, i padroni di casa hanno consolidato il suo secondo posto in classifica nel Gruppo I. Posizione che varrebbe al momento la qualificazione per il prossimo Europeo in Germania. Ma la distanza con Israele, al momento terza, è di un solo punto. Si mette male invece la classifica per il Kosovo. Muriqi e compagni si trovano soltanto a quota 4 punti, ben distanti dalle posizioni che contano.

LA ROMANIA NON RICONOSCE L’INDIPENDENZA DEL KOSOVO

Ma perchè è avvenuto tutto ciò? Come tutte le storie legate al calcio e al mondo del tifo organizzato, in determinati gesti plateali c’è dietro una punta di politica, anzi in questo caso di geopolitica. La Romania infatti è uno dei cinque stati europei a non riconoscere l’indipendenza del Kosovo dalla Serbia, Stato da cui il popolo kosovaro si è staccato unilateralmente nel 2008. Un’operazione politica non riconosciuta non solo dalla Romania, ma anche dalla Grecia, Cipro, Slovacchia e Spagna. Stati a cui si aggiungono le posizioni di Serbia e Bosnia-Erzegovina, geopoliticamente coinvolte nelle vicende kosovare. Eppure, al netto di tutto ciò, proprio il paese balcanico è uno di quelli candidati, nei prossimi anni, ad entrare a pieno titolo nell’Unione Europea. In tal senso, il calcio ha avuto un ruolo di precursore, riconoscendo il Kosovo come Stato avente diritto a partecipare alle competizioni UEFA.