Sinner in continua ascesa, può diventare numero uno del mondo nel 2024?

di Simone Milioti

Imbattuto in stagione, 12 vittorie su 12 partite in questo 2024, Jannik Sinner ha ottenuto i titoli all’Australian Open (2000 punti) e a Rotterdam (500 punti). Nella classifica della stagione è chiaramente il primo, quasi il doppio dei punti sul secondo che è Medvedev. Mentre nel ranking mondiale ha guadagnato una posizione proprio ai danni del russo salendo dalla quarta alla terza, ovviamente è il suo miglior ranking in carriera.
Ma la domanda che tutti ci poniamo vista la sua esplosione, e in modo molto ottimistico, è: Jannik Sinner quando potrà diventare numero uno? Neanche ci chiediamo se lo diventerà, sembra una naturale conseguenza del lavoro che sta facendo col suo staff unito alle sue qualità tecniche. Per facilitarvi il quadro al momento il numero uno del mondo è Novak Djokovic (9855 punti), segue Carlos Alcaraz (9105) e terzo Sinner (8270) tallonato da Medvedev (8265) mentre il quinto è molto più staccato (Rublev a 5105 punti).
La disparità tra la classifica annuale e il ranking è che quest’ultimo vale 12 mesi e infatti la classifica annuale a fine stagione coincide con il ranking. Nel frattempo il ranking si aggiorna dopo ogni torneo, in parole povere si tratta di conquistare punti e difenderli l’anno successivo. Un esempio dopo l’Australian Open riguarda Djokovic che arrivava da campione in carica con 2000 punti in quel torneo nel 2023, perdendo in semifinale ha scartato 2000 e ne ha aggiunti solo 800 della semifinale, di fatto il suo ranking ha perso 1200 punti.

Perché si, Sinner può farcela

Chiarito il quadro uno dei motivi per cui Sinner può diventare numero uno entro la fine della stagione è che i suoi rivali Djokovic e Alcaraz “difendono” risultati molti più punti dell’italiano soprattutto negli Slam che sono quelli che ne assegnano di più.
Djokovic al Roland Garros, fine maggio, difende la vittoria (2000), Alcaraz la semifinale (720, che quest’anno diventano 800 se confermata), Sinner invece la miseria di un secondo turno (45) quindi se arrivasse alla fasi finali tra i tre sarebbe l’unico a guadagnare nel saldo. Situazione simile a Wimbledon ad inizio luglio: vittoria Alcaraz, finale Djokovic (1200 punti), semifinale Sinner. Infine agli Us Open metà settembre: vittoria Djokovic, semifinale Alcaraz e ottavi Sinner (180 punti). Seguono i Master 1000 che appunto fanno guadagnare 1000 punti per la vittoria, 600 per la finale e 360 per la semifinale. Lo scorso anno Djokovic ne ha vinti due, Alcaraz ne ha vinti due, fatto una finale e una semifinale, mentre Sinner ne ha vinto uno, fatto una finale e due semifinali.
Considerando che Djokovic ha una certa età e negli Slam non appare più così imbattibile il suo bottino di punti potrebbe non essere confermato in toto. Calato decisamente dal punto di vista fisico e dal punto di vista del gioco invece Carlos Alcaraz, alle prese con una crisi e soprattutto un infortunio che non lo fa stare tranquillo potrebbe non vivere una stagione a tratti sfavillante come quella scorsa. Sinner potrebbe approfittare della fiducia che ha adesso e dell’ascesa che sarà naturale nei prossimi mesi per provare a scalzarli.

Perché no, è ancora presto

Sinner è ancora giovane e sta assaporando in questo momento le gioie di vincere titoli importanti e tutto gli sta girando bene. La vittoria a Rotterdam è arrivata sicuramente sulle ali dell’entusiasmo del primo slam della sua carriera a Melbourne, ma non ci si deve dimenticare che non ha mai giocato con tanta pressione come sarà nelle prossime settimane.
In tanti tornei sarà una testa di serie importante, anche numero uno come successo settimana scorsa in Olanda, e sarà l’uomo da battere e tutti contro di lui giocheranno senza avere nulla da perdere. Una pressione che non sarà semplice gestire specie per la prima volta e soprattutto lì si vedrà la stoffa dell’altotesino.
Infine va considerato che al momento non ha avuto giornate storte o problemi fisici e la stagione è molto lunga. Quindi dovrà prima o poi fare i conti anche lui con una forma fisica magari non eccezionale e vincere partite sporche nelle giornate in cui non tutto funziona e il suo tennis non sarà certamente splendido. Un numero uno per diventare tale deve, e Djokovic in questo è maestro, deve riuscire a superare i momenti difficili e l’esperienza aiuta in questo frangente.